“Sotto ragazzi, ché quest’anno sarà una cosa ancora più meravigliosa dello scorso anno!” Con questo allettante invito, nel giugno del 1952, il Commissariato Nazionale della Gioventù Italiana invitava i ragazzi trentini di età compresa tra i 12 e 15 anni a partecipare alla seconda edizione del “magnifico” campeggio di Brusago sull’Altopiano di Piné. Il campeggio costituiva una forma ricreativa inedita e rispondeva bene alle necessità socio-assistenziali di una categoria di giovani, quella degli adolescenti, esclusa per età dall’animazione estiva più tradizionale, quella rappresentata dalle colonie alpine e marittime, rivolte ai piccoli in età scolare.
L’organizzazione del campo si rivelò tutt’altro che semplice. Occorreva infatti trovare uno spazio ampio, isolato ma non troppo lontano da un centro abitato, silenzioso e appartato ma fornito di servizi igienico-sanitari adeguati e di assistenza medica, fuori dal traffico ma facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Dopo aver preso in esame molte località, la scelta cadde su un immenso prato attorniato da larici situato a 1100 metri di altezza vicino a Brusago, frazione del comune di Bedollo sull’Altopiano di Piné, distante poco più di 25 chilometri dalla città di Trento. L’allestimento occupò il personale del Commissariato Regionale per diverse settimane ma alla fine il risultato fu eccellente: per accogliere i 100 giovani selezionati per la vacanza furono montate 14 tende di grandi dimensioni, l’acqua di un ruscello soprastante fu incanalata e portata fino alla sezione docce e ai lavandini. Tutte le tende, provviste di luce elettrica, furono dotate di comodi lettini a castello con lenzuola, coperte e cuscini nuovi; una piccola tenda venne adibita a cappella e in una casetta già esistente vennero stipate le attrezzature del magazzino e la cucina. I trenta giorni di campeggio passarono velocemente tra giochi, attività ginniche, escursioni in montagna, canti, letture e la santa messa. Gli ottimi e abbondanti pasti cucinati dalla cuoca furono accolti con tale entusiasmo dai ragazzi che molti di loro aumentarono di peso anche di 3 chili. Alla fine dei 30 giorni “i ragazzi lasciarono il campeggio a malincuore”, l’affiatamento tra di loro era diventato perfetto e l’assistenza del personale, accurata e stimolante, lasciò in loro il ricordo indelebile di una vacanza straordinaria.
Fiammetta Baldo, Archivio provinciale di Trento
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Fonti Archivio provinciale di Trento: Ufficio provinciale di Trento della Gioventù italiana, 1933–1973, bb. 1.6.64–1.6.66. https://www.cultura.trentino.it/archivistorici/inventari/870250