Archivio di Stato di Bolzano

Presentazione

L’istituzione dell’Archivio di Stato di Bolzano avvenne nel contesto del passaggio al Regno d’Italia del territorio situato a sud del Brennero ed appartenente all’ex Kronland Tirolo e Vorarlberg, così come sancito dal Trattato di Saint Germain.

L’Archivio di Stato di Bolzano nacque nel 1921 come Sezione dell’Archivio di Stato di Trento e fu elevato, con Regio Decreto 2 giugno 1930, n. 862, al rango di Archivio di Stato autonomo con competenza su tutta la Provincia di Bolzano, istituita nel 1927. Come primo direttore fu nominato Leo Santifaller (1921-1927), sudtirolese che più tardi coprì gli incarichi di presidente dell'”Institut für Österreichische Geschichtsforschung” e di direttore generale dell’Archivio di Stato austriaco a Vienna.

Il materiale che Leo Santifaller prese in consegna per l’istituzione del giovane Archivio di Stato era costituito in gran parte da quei documenti che, in base alla Convenzione stipulata il 4 maggio 1920 tra i rappresentanti del Governo Italiano e quello austriaco in applicazione degli artt.191-196 del Trattato di Saint Germain, furono assegnati all’Italia secondo il principio di provenienza,e che al tempo si trovavano presso l’Archivio provinciale di Innsbruck e l’Archivio di Stato di Vienna. Il fondo storicamente più interessante è costituito da quella porzione di documenti dell’Archivio del Principato vescovile di Bressanone che dopo la secolarizzazione del 1803 era stata incamerata dalle autorità statali. Il patrimonio fu successivamente implementato grazie ai versamenti e ai depositi previsti dalla normativa specifica e provenienti dagli uffici periferici statali.

La prima sede dell’Archivio di Stato di Bolzano era situata a Castel Mareccio. L’imponente maniero risalente ai secoli XIII e XVI caratterizza a tutt’oggi l’assetto urbano di Bolzano, ma era luogo poco adatto per la conservazione di materiale archivistico e dovette essere chiuso al pubblico nel 1965. L’ubicazione della nuova sede seguì poi strettamente le vicende storico-istituzionali che coinvolsero il territorio: la legge 11 marzo 1972, n. 118, che sancì la delega di ampie competenze statali alla Provincia Autonoma di Bolzano, al Titolo II prevedeva sia la ripartizione dei fondi dell’Archivio di Stato tra Provincia Autonoma e Stato secondo il principio dell’interesse storico locale, sia l’istituzione di un Archivio provinciale, depositario dei fondi così ripartiti e di quelli provenienti dagli uffici provinciali. L’Amministrazione si dichiarò pertanto disposta a costruire un edificio che comprendesse l’Archivio provinciale e l’Archivio di Stato, la cui sede dal 1985 si trova al primo piano dell’edificio di via A. Diaz, in regime di concessione.

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 1409 del 30 settembre 1963 riformò in modo profondo l’organizzazione dell’amministrazione archivistica e degli Archivi di Stato, che allora dipendevano dal Ministero dell’Interno; in particolare, l’art. 14 prevedeva l’istituzione di Scuole archivistiche presso 17 Archivi di Stato, tra cui anche Bolzano. I corsi, di durata biennale, rilasciano il diploma di Archivista e abilitano all’accesso al pubblico impiego nell’ambito archivistico.

Dal 1975 l’Archivio di Stato dipende dal Ministero della Cultura, ed è sottoposto alla Direzione Generale Archivi di Roma. Al momento conserva ca. 4000 metri lineari di materiale archivistico che documenta ben dodici secoli di storia, e che pertiene per lo più alla documentazione prodotta dagli uffici statali storicamente presenti sul territorio.

Fondi archivistici transnazionali

L’Archivio di Stato conserva documentazione storica di varie istituzioni statali che esercitavano la loro competenza anche oltre i confini dell’attuale Provincia di Bolzano, secondo le ripartizioni storico-istituzionali che si succedettero nel tempo. In particolare, si richiama il caso del Principato vescovile di Bressanone: nella qualità di principe ecclesiastico il vescovo aveva sede e diritto di voto presso la Dieta imperiale, disponeva di una corte a Ratisbona e ricavava introiti dall’Ufficio di Teugen (Baviera). Facevano parte del territorio del Principato di Bressanone anche i giudizi di Fassa (Trentino) e di Anras (Tirolo). La diocesi di Bressanone comprendeva oltre alla Val Pusteria e la Val Isarco anche la Valle del Sill (Wipptal) fino ad Innsbruck, e la Valle dell’Inn da Finstermünz fino a Jenbach (Tirolo), nonché le parti di Livinallongo e Cortina d’Ampezzo (entrambi in Provincia di Belluno). Anche le circoscrizioni degli Uffici circolari, istituiti verso la metà del secolo XVIII come uffici statali di livello intermedio, non coincidevano con i confini presenti: a titolo di esempio, all’Ufficio Circolare della Val Pusteria appartenevano sia il territorio del distretto di Lienz (Tirolo) che Livinallongo e Cortina d’Ampezzo (Provincia di Belluno), la Valle di Fassa (Trentino) dipendeva invece dall’Ufficio Circolare di Bolzano.